Ricordo di Diego Toma

Di Liliana Ciccarelli

Ex presidente Fuci Roma “La Sapienza - V.Bachelet"




Roma, Università la Sapienza anni ’90, Cappella Universitaria: sono gli anni nei quali avresti incontrato di sicuro Diego Toma, studente di scienze politiche, e avresti chiacchierato con lui passeggiando per i viali dell’università, o seduti sulle scalette della Cappella, scappando poi di corsa per l’inizio della lezione ma dandoti appuntamento per continuare con lui quella chiacchierata sull’ultimo libro letto, sugli amori più o meno corrisposti, sul prossimo evento nazionale della FUCI ….”vieni a Pavia? andiamo dai!! ….ma hai visto che articoli assurdi su Ricerca? “……era così con lui: irriverente, brillante, buffo.

In cappella universitaria c’erano tanti gruppi giovanili, non solo la FUCI, e lui conosceva praticamente tutti perché era un tipo estremamente curioso. Erano anni densi di relazioni interpersonali di qualità e di crescita spirituale profonda, sostenuta dai gesuiti della cappella e per noi in particolare da Padre Vittorio Liberti, assistente del gruppo Fuci La Sapienza “ V. Bachelet” .

Non so bene come arrivò alla Fuci, che nei primi anni 90 alla Sapienza era quasi inesistente. Ha creduto che fosse necessario insistere e lo fece…pian piano arrivarono altri “matti”, altri ragazzi sostenuti fortemente dall’ intelligenza, umana e spirituale, di Padre Vittorio.

Quando arrivai io, un giovedì pomeriggio del 1991 nella saletta dove si riuniva la Fuci, trovai un allegro gruppetto di ragazzi (presidenza Giuseppe Scaramuzza-Daniela Marrani), tra questi Diego, felice ed incredulo per una dimensione di gruppo che stava finalmente prendendo piede anche con iniziative di forte impatto quali l’incontro con il giudice Giuseppe Ayala (pool antimafia) all’indomani della strage di Capaci.

Se ne andò in Spagna (generazione Erasmus!) un po’ dispiaciuto di lasciarci ma desideroso di vivere la nuova avventura; l’Europa e la dimensione di confronto internazionale rimasero anche negli anni a venire nella FUCI i “suoi temi”. Indimenticabile l’esperienza vissuta insieme in Albania (1994) ospiti dell’Università di Tirana nell’ambito di un progetto sostenuto dai gesuiti per avviare con l’Università “La Sapienza” un dialogo su forme di Stato e di Governo per la nascita di una Albania democratica.

Quando tornò dall’Erasmus, sempre incredulo e canzonatore, trovò un gruppo FUCI solido e si tuffò a capofitto alla scoperta di tutti i volti nuovi… decollarono amicizie bellissime e stimolanti.

Ritiri spirituali a Campo di Giove del gruppo romano, settimane teologiche di Camaldoli, settimana Quadri di Castel di Tora, convegni nazionali……la sua presenza (e la sua chitarra) era quasi sempre una garanzia, così come la certezza del suo contributo mai banale in ogni situazione …facendo molta attenzione però a non drammatizzare e a non prenderci mai troppo sul serio.

Allegra compagnia goliardica in pure stile fucino la sua, con una punta tuttavia di inquietudine e di tormento interiore che lo caratterizzava.

Un personaggio così brillante non poteva che finire in Presidenza Nazionale. Vice-presidente nazionale 1995/97 e sempre legatissimo al suo gruppo romano. Anni di intensa fatica per lui (fisica e mentale) e speciali , considerata anche la ricorrenza del centenario della federazione, nei quali ha espresso tuttavia la sua poliedricità.

Tanto maldestro, confusionario, a volte goffo e disordinato nella gestione del quotidiano, eppure tanto rigoroso nell’elaborazione del pensiero come dimostrano i suoi contributi su “Ricerca”, ed il suo lavoro per rinnovare veste grafica della rivista decisamente “svecchiata” anche grazie al suo intervento e al suo gusto, che si è espresso a livelli notevoli con la passione per la fotografia più avanti negli anni.

L’iniziativa “University day”, per smuovere la coscienza universitaria degli studenti e per porre al centro dell’attenzione l’importanza strategica del sistema formativo, è solo uno dei suoi contributi specifici, così come il collegamento con la dimensione studentesca ed associativa europea mediante JECI-MIEC ricoprendo per un breve periodo anche incarichi di responsabilità.

Mi fermo qui perché credo proprio che non sopporti che si parli di lui e perché altri ricordi appartengono ad una sfera personale che è bene custodire silenziosamente e con la quale, chiunque lo ha incontrato e gli ha voluto bene come me, torna oggi intimamente a fare i conti.